Intervista a Fabio Boeti, leader di Bike Experience by “Coffeebreak.it”
Fabio Boeti, titolare di Bike Experience e nuovo collaboratore di Coffee breaks, si presenta illustrandoci la sua scommessa per il futuro sul mondo del cicloturismo.
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Ciao Fabio, ti ringrazio di averci concesso questa intervista e di aver accettato di collaborare con noi per la sezione “bici & cicloturismo”. Parlaci un po’ di te…
Mi chiamo Fabio Boeti, sono nato ad Aprilia in provincia di Latina e da ormai più di dodici anni mi sono trasferito in provincia di Verona. Qui mi sono sposato e da qualche mese sono diventato anche papà di uno splendido bambino. Ho 36 anni, ed essendo perito termotecnico, da sempre mi sono occupato di condizionamento, riscaldamento, pannelli solari ed energie alternative lavorando per importanti realtà nazionali ed internazionali.
La scelta di trasferirmi in provincia di Verona è stata dettata anche dalla passione per la bicicletta, dalla meraviglia del lago di Garda e delle sue colline/montagne. Mi piace pedalare, stare all’aria aperta e godermi tutto ciò che mi circonda, senza l’assillo del tempo e della frenesia che ormai ci accompagna ogni giorno.
Complimenti per il lieto evento, ora che la stagione estiva è finita saprai come occupare le giornate di certo… Ma tornando al tuo lavoro, di cosa ti occupi esattamente?
Dal 2015 ho fondato una società chiamata Bike Experience (http://bikeexperience.net). Lo scopo è quello di promuovere il cicloturismo e l’uso della bicicletta per i turisti, accompagnandoli alla scoperta del territorio che li circonda e regalandogli la possibilità di vivere emozioni uniche fuori dai grossi centri turistici. Bike Experience vuole però essere anche un punto di riferimento per chi desidera organizzare servizi rivolti ai turisti. Aiuto infatti le strutture ricettive a diventare “bike friendly”, seguendo l’organizzazione dei servizi per cicloturisti e non.
Perché e come hai iniziato la tua attività in Bike Experience?
Bike Experience è nata quando una scelta lavorativa mi ha imposto dei cambiamenti nel 2014. Dopo un primo periodo di sfasamento legato alla consuetudine della ricerca di un posto fisso, posso dire che è cresciuta in me la spinta che mi ha convinto a lanciarmi in questa avventura nuova e alternativa. L’obbiettivo è trasformare la passione per la bicicletta in un lavoro e mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti negli anni.
Ma tutto era partito già nel 2013, quando presso l’Università di Verona ho partecipato ad un corso di aggiornamento chiamato “Promotori della Mobilità ciclistica”. Tale corso era rivolto a chi della bicicletta voleva e vuole tuttora, farne un lavoro. L’oggetto è divulgare la possibilità che la nuova mobilità “dolce” può essere la vera alternativa da un punto di vista economico e sociale per il nostro paese.
Ho avuto modo di conoscere il mondo del “cicloturismo lento”, dello “slow” e le sue piacevoli applicazioni, al contrario di chi, come me, ha sempre praticato la bicicletta come attività sportiva.
Da questo corso è nata un’associazione, “Ciclone”. Con essa ho portato avanti alcuni progetti, come ad esempio: l’inaugurazione insieme a Fiab dei percorsi cicloturistici del Custoza, un bike park con e-bike sul lago di Garda e varie attività nelle scuole. Un mondo totalmente nuovo.
Se ti fermi un attimo a pensare, quali sono gli aspetti positivi del tuo lavoro?
Gli aspetti positivi sono il fatto di essere liberi e non legati ad un ufficio. Il mio ufficio sono le strade e i borghi antichi, il raccontare la storia e far scoprire le caratteristiche culturali ed enogastronomiche che un territorio può offrire. Il valore aggiunto è quello di far vivere al turista un’esperienza che va oltre alla classica vacanza stanziale. Rendere tutto più dinamico e piacevole, lasciare un ricordo e conoscere sempre nuova gente. Il cicloturismo e la bici ti fanno tornare giovane, ai ricordi di ragazzo. Per un attimo ti permettono di vivere una connessione con la natura unica, perché ci permette di fermarci e contemplare il paesaggio che ci circonda.
Quali difficoltà hai trovato e quali ne trovi tutt’oggi?
Le difficoltà maggiori sono state all’avvio dell’impresa. Nessuno ti regala niente, ma è anche difficile far passare il messaggio che le possibilità ci sono e che a volte serve solo una mano in più nel metterle in pratica. Molti pensano che fare questa attività h24 sia impossibile, io invece dico che bisogna credere nell’impossibile e farlo diventare possibile. Non è semplice, bisogna farsi conoscere, muoversi e superare la diffidenza delle persone che pensano che la bici, essendo un divertimento, deve essere gratis. Lavoro principalmente con stranieri, gli italiani stanno arrivando, ma ancora sono un po’ indietro, a volte sono diffidenti o non sono pronti a questo tipo di attività.
La difficoltà sta nel creare interesse e far capire che il cicloturismo è una risorsa davvero importante per tutti noi.
Cosa significa per te lavorare in questo settore?
Lavorare in questo settore per me, significa avere trasformato una passione in professione e non sempre è facile. Perché ti devi scontrare con la realtà che una società e la sua gestione non è l’uscita della domenica con gli amici. Hai più responsabilità e più cose da fare, però è un settore in crescita. Soprattutto con l’avvento delle e-bike, è divertente e ti permette di stare all’aria aperta. Ti fa scoprire, ti fa vivere e dare un ricordo ai turisti. E’ anche così che si cerca di generare un cambiamento nelle persone.
Come ti vedi fra 10 anni?
Tra 10 anni vedo Bike Experience come una società strutturata per creare attività all’aria aperta, punto di riferimento per il Lago di Garda e provincia. Grazie alla creazione di un team in grado si supportare attività di marketing e accompagnamenti sul territorio con persone preparate e specializzate. Già ora posso dire che la squadra, o la “Bike Crew” sta crescendo. L’interesse è tanto e soprattutto la voglia di fare un lavoro alternativo lo è ancora di più. Tra 10 anni il mercato del cicloturismo lo vedo sviluppato e attivo. Bisognerà essere pronti per dare servizi a chi decide di diventare bike friendly oppure di fare una vacanza alternativa.
Anche noi di Coffee breaks crediamo sul futuro sviluppo del cicloturismo sia come potenzialità economica, che come vero e proprio modo di vivere le vacanze. In bocca al lupo a Fabio, per il coraggio che ha messo nella sua scelta e per un sempre maggiore roseo futuro.